lunedì 28 ottobre 2013

L'onanismo dell'anima

Quanta felicità barattiamo in cambio della sicurezza?
Sigmund Freud

Tutti, chi più chi meno, abbiamo fatto esperienza che l’amore si nutre di novità, mistero e pericolo e ha come suoi nemici il tempo, la quotidianità e la familiarità. Nasce dall’idealizzazione della persona amata di cui ci innamoriamo per un incantesimo della fantasia, ma poi il tempo, che gioca a favore della realtà, produce il disincanto e tramuta l’amore in un affetto privo di passione o nell’amarezza della disillusione.

Umberto Galimberti
***
Ma allora come si fa a stare insieme ad un altro? Non si fa. Si fa in modo che ci si stia a qualunque prezzo, oppure non ci si sta.
Più.

Nella dispersione del regime della coppia, siamo molto aiutati dal deserto spirituale che ci abita e che ci trasforma in anoressici o bulimici sentimentali producendo un onanismo dell'anima.
Un deserto destinato ad avanzare.

Non ci si impegna a stare in due, impauriti dal sentimento che potrebbe deconcentrarci da noi stessi, dai nostri bisogni e dalle nostre brutali, fredde, desertiche, affascinanti  autarchie.
Tutto ciò che di spirituale e sentimentale ci viene proposto viene masticato con fame bulimica per poi essere vomitato con altrettanta vorace voglia di liberarsene.

Oppure, nel caso di anoressia sentimentale, non viene neanche fatto entrare.

Questo produce l'onanismo dell'anima. Un enorme, universale, crescente coitus interruptus che non fa nascere più coppie, ma singoli soli che percorrono tratti di vita insieme.

Le famiglie di separati. 
Quelli che forse sono meno forti, oppure lo sono di più.
Quelli che non ce l'hanno fatta.
Oppure che ce la fanno meglio così.
Ci vuole più coraggio a restare o ad andarsene è una domanda senza senso.
Ci vuole coraggio solo per scegliere di stare bene.
Tutto si evolve e quello spaventoso agglomerato patologico rappresentato dalla famiglia tradizionale forse involve verso una più cavernicola e civile situazione di solitudine apparente che somiglia di più allo stato libero dell'ape, svolazzante di fiore in fiore, impaurita dal calabrone e sorella della farfalla.





1 commento:

  1. Onanismo è un termine che fu coniato nel Settecento per indicare la pratica di impedire la generazione della prole mediante l'uso del coito interrotto utilizzando il nome del personaggio biblico Onan.
    Onan aveva utilizzato la pratica anticoncezionale del coitus interruptus per vanificare la legge ebraica del levirato ed evitare volontariamente la nascita di un figlio che non avrebbe potuto portare il suo nome:
    « Giuda scelse per il suo primogenito Er una moglie, che si chiamava Tamar. Ma Er, primogenito di Giuda, si rese odioso agli occhi del Signore e il Signore lo fece morire. Allora Giuda disse a Onan "Va' con la moglie di tuo fratello, compi verso di lei il dovere di cognato e assicura così una posterità a tuo fratello". Ma Onan sapeva che la prole non sarebbe stata considerata come sua; ogni volta che si univa alla moglie del fratello, disperdeva il seme per terra, per non dare un discendente al fratello. Ciò che egli faceva era male agli occhi del Signore, il quale fece morire anche lui. » (Genesi 38,6-10)
    Onanismo, quindi, indica più propriamente ogni atto diretto a impedire la generazione della prole mediante l'uso del coito interrotto o altre pratiche antifecondative. L'effetto finale dell'atto consiste nella dispersione del seme, e tale atto può riguardare solo gli individui di sesso maschile (i quali, appunto, hanno la capacità di produrre il seme e quindi, anche, la possibilità di disperderlo).

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