mercoledì 31 dicembre 2014

Ci dico grazie.

Ma guarda, alla fine li dovrei ringraziare.
Si ora li ringrazio uno ad uno. Sti stronzi! Anzi li chiamo và e ci dico grazie ci dico.

Perché è grazie a loro se si accende la mia vena creativa. Mi fanno incazzare e vorrei rompergli il naso. Così, dovendo evitare per limiti di legge, scrivo.

Ora per dire... Dove eravamo rimasti?
Vi ho parlato di alcuni dei miei ispiratori comunemente conosciuti come ex, ma volgarmente indicati come MA CON CHI CAZZO STAVO??? (cit)

Quindi abbiamo già accennato a Peter Pan, parlato dell'uomo dei sogni e dell'uomo delle stelle. Stasera vi parlerò dell'uomo delle stalle...
Passando sopra a Superman l'aggiustatutto e al saggio filosofo delirante.
Eviterò per ora di parlarvi  di Flower Power in bicicletta perché sto ancora definendo i dettagli.

Allora l'uomo delle stalle è un capitolo che si era chiuso nel 2008 dopo 22 giorni di passione agonica.
Bello, sguardo azzurro e si sa, io, come tutte le principesse rincoglionite della terra dei cachi, ho un debole per gli occhi azzurri.

Galeotto il set di un film e la sua troupe, galeotta la musica di De Andrè e delle serate speciali,ma speciali davvero direi, anzi FANTASTICHE. Nonostante un incipit da romanzo rosa con tanto di bacio sotto la pioggia, la storia fu bella e impossibile finita in poco tempo con doverose copiose lacrimucce.

Però una di quelle storie che fanno pensare un po' ad Ovosodo, un po' a Sliding Doors e un po' a Harry ti Presento Sally (ma solo nella scena finale della festa di Capodanno).
Quindi con ingredienti del genere, meglio finire e non richiamare mai più.
DERUBRICATOPERSEMPRE.

Ma si sa che l'amore ai tempi di what's app prende delle strane linee.
Blu.

Così ad aprile 2013. Dopo ben 5 anni riappare lui l'uomo delle stalle. Mi ricerca lui grazieadio almeno questo.
MATIPOCOMETIVIENEINMENTEPORCAZOZZA!!!!

Che poi perché uomo delle stalle? Perché si. Egli è capace di portarti dalle stelle alle stalle. Un gentiluomo che ti viene a prendere e ti apre lo sportello, che ti abbraccia una notte intera, ti accarezza i capelli e ti tiene stretta come Ethan Hawke e Julie Delpy in Prima dell'Alba, parla di storia, filosofia, cinema, musica, libri. Insomma perfetto se non amasse la campagna, le galline, i ragni forse e se non decidesse sempre di vivere nei più remoti paesini della regione dove ci arrivi solo con le corde da arrampicata e l'eliosoccorso.

Si vabbè ma le stalle???????? Le stalle sono che è davvero capace di riempirti la vita con la sua assenza. Lo aspetti per ore e ti incazzi. Aspetti un messaggio. Ma lui è in ritardo su tutto. Funanbola sui suoi casini e vive in equilibrio senza rete.
Ma si scusa con uno sguardo innocente e un giro di parole che tu diventi improvvisamente Meg Ryan che col il labbro che trema dice: It's so you Harry... You say things like this and then you make impossible for me to hate you...

Insomma io c'ho messo un anno e otto mesi per decidere se rivederlo o no e alla fine, sei anni dopo, e più o meno ventidue giorni fa, ho deciso di si e ho fatto una cazzata.  (Si di nuovo 22 giorni ...che faccio mi gioco i numeri????)

Bello rivedersi però, bello credere che stavolta...

Ma invece no.

Le persone non cambiano. Neanche dopo anni. Cambia il nostro modo di guardarle però, ma non ci si abitua all'assenza di qualcuno. Non è giusto farlo. Non è giusto per nessuno.

Io non sono una donna che torna come dicono i Pooh. Anzi ho sempre pensato che le minestre riscaldate non potessero funzionare e quando mi è capitato di rivedere degli ex, sono sempre state serate da amici. Mai nessun ritorno di fiamma. Mai. A parte lui.

Però se io fossi una donna che torna, sarei tornata là sperando di trovarlo presente. Le aspettative sono autolesionismo. Lo dice sempre anche lui. Per questo non l'ho mai cercato. Sapevo che non sarebbe stato presente, mai.

Ma lui è così. Ha bisogno della sua evanescenza. Una gassosità che a tratti diventa concreta, si fa materia ma solo per brevissimi momenti...

Peccato.


lunedì 24 marzo 2014

La fine delle buone maniere

Ma che davvero davvero si può entrare ed uscire dalla vita di una persona come fosse la porta girevole di un hotel? Brutto quando vivi da vicino la fine delle buone maniere.
Ma uno si sente derubato no? 
Derubato perché quanto ha dato, è stato preso, voracemente fagocitato, digerito ed espulso. 

Mi figlia sta soffrendo perché il suo amichetto Gaby non è più in classe con lei. Mamma lui è grande e va alla materna.
Si amore di mamma. Lo so che ti manca il tuo amichetto, compagnetto di scorribande, ma vedi tesoro, la vita è fatta così. Qualcuno entra nella tua vita, te la colora per un po' di rosso, di nero o te la arcobalenizza di brutto, ma poi se ne va via, ognuno in fondo perso dentro i cazzi suoi.
E prima lo impari meglio è.
E non fa niente se avete giocato insieme e se vi siete divertiti, non importa se hai pensato di volergli bene. A un certo punto, scatta l'ora x.
Tutto viene cancellato in nome di un egoismo sfrenato e concentrato sull'unico ombelico che vale la pena considerare: il nostro.
L'altro diventa come un  fastidioso volume da abbassare.
Ora non è il caso del tuo amichetto, lui è solo cresciuto e sono sicura che cercherà la sua piccola Sole.

Si amore di mamma, io e te non siamo così. Ma è meglio che impari subito che gli altri potrebbero esserlo. Imparalo perché a me nessuno lo ha spiegato e ci rimango male ogni volta, pure adesso che sono grande.
Anche la mia mamma sai, vorrebbe proteggermi dalla sofferenza.
Io la capisco, anche io lo vorrei fare con te. E forse lo faccio, non so se ci riesco, ma ci provo cercando di fornirti gli strumenti per avere una struttura critica più forte e sostanziosa della mia che corrisponde più o meno a quella di un bradipo sordo, cieco e muto.
E lo so che immaginarmi muta, ti resta difficile, ma è una metafora per dire che mi si paralizza l'anima.

In tutto questo ci si chiede perché?
Ma se Dio ci ha fornito e indicato gli elementi per innamorarci di una persona, perché non ha pensato a rendere il sentimento reciproco?
E se invece ci ha messi davanti ad un'attrazione meramente fisica, perché non ha reso reciproca anche questa?
Perché in questo misterioso disegno divino, uno dei due deve sempre soffrire?
Ma scusate chi glielo ha chiesto a Dio di creare l'amore e l'addio, il sesso, la tenerezza, la colazione a letto, il miele di castagno e i periodi di riflessione, il cinema, l'arte, la letteratura, la filosofia e la crisi del settimo anno che ormai si è ridimensionata al settimo giorno!
Ma che cazzo!

Però.




sabato 22 marzo 2014

Figli.

Sono loro che ti rendono immortale e onnipotente.
Così passi dal curare ogni male con un bacetto, a farli sorridere dopo un pianto, a viziarli quando lo meritano, a sculaccarli facendo attenzione a non fargli male. 
Non esiste la conoscenza dell'amore, non puoi immaginare cosa sia fino a quando non prendi in braccio tuo figlio e, quella prima volta, non la dimentichi più. 
Il loro odore di nuovo, di appena scartato dalla vita, quell'odore che è anche un po' il tuo, ti si ficca nel naso e nell'anima e ti fa da guida in ogni scelta che farai da quel momento in poi. 
E poi arriva il giorno che ti fanno imbestialire per un capriccio insensato, per un immotivato momento di rabbia che si unisce alla tua e quell'odore guida sembra essere scomparso. 
È solo stanchezza. La tua. Non conti più le notti in bianco che hai fatto, i fazzoletti che hai cianciato, il muco aspirato (operazione impensabile per chi non è genitore), gli aerosol, le tachipirina, i soldi che hai speso per portarli al mare così d'inverno si sarebbero ammalati meno, le merende che hai preparato, i pasti sani e bio, le corse per prenderli in tempo, le chiacchierate dalla psicologa per trovare le risposte, le crisi, le giornate chiuse in casa, le rinuce, i cartoni a loop, le canzoncine, i vestitini di barbie, le lettere a babbo natale, le lezioni di inglese, le torte fatte in casa. Bisognerebbe tenere il conto di tutto questo e presentarlo ai figli il giorno in cui ti diranno che non capisci e che ormai sei vecchia...
Bisognerebbe avere qualcuno che gli faccia capire che no, non sopportiamo l'idea che qualcuno li faccia soffrire e che non vogliamo che si perdano per strada gli esempi e i buoni consigli. 
Che se proprio ti devi innamorare, fallo senza perdere il rispetto di te stesso, fallo di qualcuno che ti apprezzi per come sei e non per quello che vuole che tu sia.
Che se qualcuno non considera importanti le cose belle della tua vita e non ti consola nei momenti cupi, la verità è che non gli piaci abbastanza. 
Che se qualcuno prova a picchiarti non lo fa perché ti ama e che merita solo di finire tra le mani di tua madre.
Tua madre si, questo angelo che accoglie e che perdona, ma che si trasforma in anaconda vendicatrice al grido: nessuno tocchi mia figlia! 

Insomma questo per dire che il futuro è sempre  una terra straniera, ma quando riguarda loro, si trasforma nella malsana voglia di portarli dentro la pancia ancora per un po' oppure costruire una alabarda spaziale in grado di sconfiggere tutti quelli che li faranno piangere. 
Si forse si torna bambini più di loro. 
Ma non capisco cosa ci sia di sbagliato.